DISCO DEL MESE DI MUCCHIO DI OTTOBRE!

LENSES ALIEN E UN RITORNO SORPRENDENTE, ESEMPLIFICATIVO DI COME UNA BAND POSSA CRESCERE NEL BREVE VOLGERE DI UN ANNO, PERFEZIONANDO OGNI SINGOLO DETTAGLIO ED ATTINGENDO AD UN BACKGROUND SEMPRE PIU INTERESSANTI. SONO BRANI MOLTO PIU CONFIDENZIALI, NEL SENSO CHE PARLANO DIRETTAMENTE AGLI ASCOLTATORI GRAZIE A TRAME AVVOLGENTI, CHE NON MANCANO DI SFIORARE LE PERIGLIOSE VOLTE DI UNA PSICHEDELIA MODERNA. QUESTA LORO RICERCA MUSICALE LI PONE SRANIAMENTE IN UNA SITUAZIONE PRIVILEGIATA, ANCORA UNA VOLTA OLTRE LE SCHEMATICHE RIVOLUZIONI INDIE-ROCK. UN LINGUAGGIO SOFISTICATO,LE CUI APERTURE MOLTEPLICI RENDONO ANCOR PIU APPETIBILE L_INTERA FACCENDA.

…A DIECI ANNI DALLA PAGINA PIÙ TRAGICA DELLA SUA RECENTE STORIA (L’ATTACCO DELL’11 SETTEMBRE) E A VENTI DA NEVERMIND E GENERATION X, L’AMERICA RISCHIA DI AVER TROVATO IL GRUPPO CHE ALLA PERFEZIONE INCARNA IL DESIDERIO DI ®INNOVAZIONE: QUESTO E’ IL SUONO DI LENSES ALIEN E I CYMBALS EAT GUITARS HANNO TUTTO PER TRASFORMARSI NEI PALADINI DI UNA GENERAZIONE (NEL FRATTEMPO DIVENTATA A) CHE DOVREBBE RISCOPRIRE IL PIACERE DI ASCOLTARE MUSICA CON UN VECCHIO GIRADISCHI (DISCO DEL MESE MUCCHIO OTTOBRE, 4 STELLE)

LA DECODIFICA DEL SECONDO ALBUM DEI CYMBALS EAT GUITARS STA TUTTA NEGLI OTTO MINUTI E MEZZO CHE APRONO IL DISCO. LI E’ PIAZZATA RIFLE EYESIGHTS, CANZONE CHE COMINCIA COME FOSSE UN PEZZO DEI BUILT TO SPILL CON CHITARRE CHE ASSORBONO TUTTOIL RESTO E APERTURE MELODICHE CHE ACCAPPONANO LA PELLE, POI DOPO SOLI NOVANTA SECONDI DEVIA MPROVVISAMENTE VERSO L’IPER SPAZIO E SI TRASFORMA IN UN MAGNILOQUENTE ADATTAMENTO DEI MERCURY REV  PIU’ VISIONARI…(RUMORE OTTOBRE, VOTO 7)

CELESTIAL LINEAGE CHIUDE UNA TRILOGIA INAUGURATA CON TWO HUNTERS. IL DISCO E' STATO SCRITTO E REGISTRATO NEL CORSO DEI PRIMI 6 MESI DEL 2011.IN CABINA DI REGIA RANDALL DUNN (EARTH, BORIS, SUNN 0))), BJORK/OMAR SOULEYMAN), DA SEMPRE A FIANCO DELLA BAND. UN DISCO CHE PREVEDE UN ARRICCHIMENTO FORMALE CON BEN 3 BRANI CANTATI DALLA VOCALIST JESSIKA KENNEY, CHE INFONDE UN UN TONO LITURGICO ALLE COMPOSIZIONI STESSE. L_ALTRO CAMEO PESANTE E QU DI AARON TURNER (ISIS) CON UNA FORMA POETICA ASSAI SINISTRA.
LA NEW WAVE DEL BLACK METAL AMERICANO PASSA NECESSARIAMENTE DA QUI.

RECENSIONE BOXATA SU ROCKERILLA OTTOBRE, VOTO 9

LE TASTIERE E I SYNTH IN PRIMO PIANO COME MAI PRIMA, E GLI ARRANGIAMENTI ORMAI PIU’ REMINISCENTI DELLE SONTUOSITA’ DI VED BUENS ENDE E GODSPEED YOU! BLACK EMPEROR CHE DELL’INTEGRALISMO BLACK DI DARKTHRONE E BURZUM, HANNO PRATICAMENTE COLORATO IL SOUND PRECEDENTEMENTE DEL TUTTO ANNERITO DEI NOSTRI CON VENATURE AVANT-ROCK CHE NON FANNO ALTRO CHE RINCARARE LA DOSE SUL LATO DELLA BRUTALIZZAZIONE POST-PUNK DEGLI SWANS…(RUMORE OTTOBRE, VOTO 8)

....SECONDARI NELL'ECONOMIA DELL'ALBUM MA SUGGESTIVI ANCHE UN PAIO DI INTERLUDI AMBIENT DI PORTATA CINEMATOGRAFICA. CELESTIAL LINEAGE SI PROSPETTA COSI' COME IL LAVORO PIU' ACCESSIBILE DEI WOLVES IN THE THRONE ROOM (BLOW UP OTTOBRE, VOTO 6/7)

LA NOVITA' CHE FORSE SALTA PIU' FACILMENTE ALLE ORECCHIE E' IL MASSICCIO USO DELLE TASTIERE, PRIMA MAI COSI' IMPONENTE E RADICATO NEL SOUND DELLA BAND, TANTO CHE IN ALCUNI PASSAGGI SI AVVERTE QUASI LO SPETTRO DEI PRIMI EMPEROR. MA NON FINISCE QUI. ADDIRITTURA GLI STESSI INTERMEZZI, QUASI VICINI ALL' AMBIENT, PERMANENT CHANGES IN CONSCOUSNESS E RAINBOW ILLNESS, RIESCONO A SPLENDERE DI LUCE PROPRIA. MENTRE LA CONCLUSIVA PRAYER OF TRANSFORMATION, IN BILICO TRA LE CREPUSCOLARI ATMOSFERE DELLA BAND E CERTE SONORITA' POST, E' SEMPLICEMENETE DA APPLAUSI.
DI CELESTIAL LINEAGE POTREMMO DIRE CHE SIA IL CLASSICO ALBUM DELLA MATURITA', MA AL CONTEMPO PRESENTA UNA TALE RICCHEZZA DI SPUNTI E STIMOLI DA POTERSI AFFERMARE QUASI COME L'INIZIO DI UN NUOVO CORSO PER I WITTR. SPERIAMO SIA COSI'. LA STRADA E' DAVVERO QUELLA GIUSTA! (TAXI DRIVER 4 STELLE)

LARSEN
  "cool cruel mouth "

E UN LAVORO DAI TONI SOLENNI COOL CRUEL MOUTH, NUOVA PRODUZIONE DA STUDIO DEI TORINESI LARSEN, ACCOMPAGNATI IN VIA DEL TUTTO ECCEZIONALE DA LITTLE ANNIE, CHE OLTRE AD INTERPRETARE I 9 BRANI NE SCRIVE DI PROPRIO PUGNO I TESTI. IL DISCO SI APRE CON UN ECCELLENTE RIPROPOSIZIONE DI IT WAS A VERY GOOD YEAR, BRANO SCRITTO DA ERVIN DRAKE ED INTERPRETATO - TRA GLI ALTRI - DA FRANK SINATRA, PER POI SEGUIRE LA STRADA DI UNO SPERIMENTALISMO POPI CHE CERTO NON PRECLUDE LA STRADA A COSTRUZIONI AMBIENT/POST-ROCK E AD UN CLASSICO SENTIMENTO PER LE COMPOSIZIONI VAUDEVILLE. IL BRANO UNHEARD OF HOPE E COMPOSTO DA BABY DEE, CHE SUONA IL PIANO ANCHE NELLA TRACCIA NUMERO 4 A TITOLO 12 EYES.

UN'ORA SAPEINTEMENTE DIVISA TRA DIVAGAZIONI COSMICHE E VERE E PROPRIE CANZONI: SONO QUEST EULTIME A COLPIRE FIN DLA PRIMO ASCOLTO, GRAZIE ALLA VOCE DECADENTE DI LITTLE ANNIE, CHE, AL PARI DI UNA MARIANNE FAITHFUL, INCANTA E TRAFIGGE(ROCKERILLA OTTOBRE, VOTO 7)

CON IL MOMENTANEO INGRESSO IN FORMAZIONE DI ANNIE ANXIETY BANDEZ, I LARSEN SEMBRANO AVER TROVATO LA PROPRIA VOCE E LA PROPRIA INTERPRETE, L’ELEMENTO CHE CONSENTE ALLE CANZONI MUTANTI DI COLL CRUEL MOUTH DI ESSERE SOLIDE E IN BILICO ALLO STESSO TEMPO (MUCCHIO OTTOBRE, 3 STELLE)

Tra le cose più efferate del nuovo disco: il fuzz punk alientao e nichilista di lines. Il wire con farfisa di The joke is on the sun. La vaporizzazione acida di link Wray di Annus Horribilis. Il letto di chiodi alla Pussy Galore  (sempre con farfisa) di A cheap religion.Una musica fatta di scorie sixties punk, hate punk-rock, feedback bruciati, scordature, abrasioni, distorsioni. Una tensione nevrastenica. Gli intellectuals hanno scavato dentro i propri incubi e riemergono dal tunnel con il loro miglior disco.
(Claudio Sorge  rumore voto 9)

Visti i loro legami iniziali con il punknroll in chiave lo-fi, genere che dopo l'esplosione di metà dei 90 ha consciuto UN calo di interesse, gli Intellectuals avevano buone possibilità di essere una meteora. Invece, la carriera della band romana nata come duo,divenuta poi trio e ora approdata alla dimenzione a quattro è andata oltre le più rosee previsioni. il bello è che il gruppo, pur continuando a viaggiare nella stessa dimensione stilistica fatta di sporcizia garagista, psychobilly, grinta settantasettina, echi Sixties, riferimenti ad assortite radici,atmosfere poco solari (In the middle of darkwhere: appunto)e alternanza di voci isteriche e filtrate, non è mai statico ma riesce anzi a evolversi e stupire. In queste quattordici tracce, quattro delle quali poco più che frammenti, c'è di che godere selvaggiamente, più che mai con la wave lancinante e malata di They burn. (MUCCHIO - Federico Guglielmi)