FINALMENTE FUORI IL NUOVO ALBUM DEI PARTENOPEI SULA VENTREBIANCO. IL DISCO E' STATO REGISTRATO PRESSO IL MASSIVE ARTS STUDIO DI MILANO IN PRESA DIRETTA, NEL TORRIDO AGOSTO DEL 2012. RUN UP , IL PRIMO SINGOLO ESTRATTO DALL ALBUM, OLTRE A FARE NUMEROSI PASSAGGI RADIOFONICI E TELEVISIVI VIENE INSERITO IN 12 COMPILATION, ED E AI PRIMI POSTI NELLA CLASSIFICA DELL' AUDIOCOOP DEI BRANI INDIE PIU' TRASMESSI IN RADIO. LA MUSICA DEI NOSTRI SI ISPIRA IN MANIERA DEL TUTTO PERSONALE A QUEL GRUNGE VECCHIO STILE OLTRE CHE ALLO STONER, SCEGLIENDO CON NATURALEZZA L' IDIOMA INGLESE PER CONVOGLIARE LE PROPRIE EMOZIONI. UNA COSA E' CERTA, L' ATTITUDINE PROGRESSIVA DELLA FORMAZIONE ,CHE SPESSO RICORRE AD APPARECCHIATURE VINTAGE - NON MANCANO AD ESEMPIO I SYNTH ANALOGICI - SPOSTA POI RADICALMENTE IL TIRO VERSO I '70 PIU' PROGRESSIVI ..I PARAGONI SI SPRECANOI: PERFECT CIRTCLE, QUOTSA, MR.BUNGLE..UN GRUPPO IN COSTANTE CRESCITA!

NEVROSI, EPILETTICI, VISIONARI E POETICI RICORDANO A TRATTI I PERFECT CIRCLE E LA POLIEDRICITÀ DEI QOTSA. IL SOLIDO IMPIANTO HARD ROCK DEI SULA VIENE CONTAMINATO DALL’USO PROPEDEUTICO DI SINTH E ARCHI PER PROIETTARE IL SOUND SU VERSAMENTI PIÙ ARIOSI E LISERGICI, IN UNA SORTA DI POST-GRUNGE CONVINCENTE E PER NULLA SCONTATO. IL SONGWRITING APPARE MATURO E SERRATO, LE SOLUZIONI LINGUISTICHE NON SONO MAI BANALI ANCHE QUANDO LA RICERCA LIRICA SI FA INTROSPETTIVA E RIFLESSIVA. GRANITICI COME UN MONOLITE IN TALUNI EPISODI COME SCHELETRO E LA PESTE, SANNO GIOCARE CON EQUILIBRIO FRA TINTE FORTI E CHIAROSCURI ONIRICI (VIA LA FACCIA E RUN UP) NON SCIVOLANDO MAI NELL’OVVIETÀ SEMPRE IN AGGUATO QUANDO È L’IDIOMA ITALICO A DOVER RIEMPIRE LE RIME DI PENTAGRAMMI DISTORTI.(RUMORE GENNAIO, VOTO 8)

CANZONI CHE SI ATTESTANO SULL’ONDA LUNGA DEL TEATRO DEGLI ORRORI E DEGLI ZEN CIRCUS, MA TROVANO ANCHE UNA PROPRIA CIFRA PERSONALE, GRAZIE AI TESTI INTELLIGENTI, DIRETTI, SPESSO VISIONARI E ALLE BELLE SOLUZIONI NEGLI ARRANGIAMENTI. SPESSO C’È INFATTI IL GUIZZO CHE SI IMPONE ALL’ASCOLTO, NÈ MANCANO PATHOS ED EMOZIONALITÀ. BRANI COME EROSA E 32 DENTI, ENTRAMBI BELLISSIMI, SEMBRANO POI GIÀ INDICARE I MARGINI DI EVOLUZIONE DI UN SONGWRITING CHE RECA COMUNQUE IMPRESSO IL MARCHIO DELL’ISPIRAZIONE. UNA REALTÀ ALLA QUALE GUARDARE CON ATTENZIONE. (BLOW UP GENNAIO)

GIÀ LA PARTENZA CON QUELLO STONER SPURIO MODELLO QUEENS OF THE STONE AGE DI STRAPPI ALLA CARNE BISSATO DA RUN UP CHE PARTE SOFT PER POI ESPLODERE IN MOTIVI RIDONDANTI CHE MI HANNO RICORDATO IL MIKE PATTON ERA MR. BUNGLE METTE DI BUON UMORE. MA C’È ALTRO: LA PESTE È SOFFERTA, SPEZZATA, INCALZANTE E DAL FINALE BRUTALE, ALLA KORN DEGLI INIZI. TRA SCORIE METAL (UOMINI FEROCI D’AMORE DEL NERO) E PESANTENZE POST GRUNGE (OCA MIA) SBUCA FUORI UNA BELLA BALLATA WESTERN, EROSA, CARATTERIZZATA DA UN OTTIMO LAVORO DELLA SOLISTA, UNA MELODIA PERFETTA, UNA SORTA DI COMFORTABLY NUMB IN CHIAVE ITALIANA. (BUSCADERO GENNAIO)

IL LORO ROCK È ASCIUTTO E PESANTE, RICORDA L’IRRUENZA DELLE MIGLIORI BAND GRUNGE DEI BEI TEMPI PASSATI, MA SONO LE MELODIE DI SASIO CARANNANTE A DARE L’IDENTITÀ AI SULA VENTREBIANCO. C’È TUTTA LA RABBIA, SENZA CADERE NELLA RETORICA DEI TESTI ARRABBIATI PER FORZA. (ROCKERILLA GENNAIO)

I SULA VENTREBIANCO STANNO A METÀ TRA MOLOTOV E TOMAHAWK, RIESCONO ANCHE NON PERDERE LA PROPRIA VENA ITALIANA LASCIANDO TRASPARIRE UNA GUSTO PER IL PROGRESSIVE NOSTRANO E GLI ANNI NOVANTA PIÙ CAPELLONI E A ZAMPA (TIMORIA). UNA BOMBA. C’È UNA GRANDE SAPIENZA NELL’ARRANGIAMENTO E NEL SUONO, ASCOLTATEVI “EROSA” E CAPIRETE DA SOLI. C’È ANCHE “RUN UP” CHE RIMANE IN TESTA QUASI AL PRIMO ASCOLTO E LA SI PUÒ CANDIDARE A IPOTETICO SINGOLO, E NON ACCADE COSÌ SPESSO TRA LE BAND ITALIANE. (ROCKIT.IT 18 GENNAIO)

SONO CAMPANI, FANNO VIBRARE I POLSI E LE ARTERIE DEL CUORE, SONO ELOQUENTI E LAVORANO DURO PER OTTENERE LA LORO FETTA DI AUTOREVOLEZZA NEL PULVISCOLO SCENARIO INDIE ITALIANO. SONO AL LORO SECONDO PARTO (DOPO UN PROMO AUTO PRODOTTO) DAL TITOLO ESPRESSIONISTA VIA LA FACCIA CON IKEBANA RECORDS. SI PARTE CON STRAPPI ALLA CARNE, UN DIVERTISSEMENT RISPETTO AL RESTO DELL’ALBUM. LE RITMICHE PREANNUNCIANO L’APOCALISSE, MA È SOLO UN OMBRA VACILLANTE CHE RIECHEGGIA NEL LIBECCIO SURF NOISE.RUN UP È TEATRO DEGLI ORRORI PROMISCUO, LITFIBA DESAPARECIDOS, COME DIRE PIZZA MARGHERITA CON DOPPIA MASSA. STONER COMUNQUE DURO E BASSI CHE VELEGGIANO GRUNGE, PESTATI COME UNA WODKA MARACUJA. (MUSIC ZOOM GENNAIO)

TORNA IL QUARTETTO IRLANDESE CON BASE A BELFAST, C'E' TUTTA UN URGENZA URBANANELLA LORO MUSICA, QUESTO E' IL PRIMO ELEMENTO INDISSOLUBILE, E COMUNQUE UNA TENDENZA A RIVEDERE IN CHIAVE PIU' SOULFUL I DETTAMI DELLA WAVE TUTTA. L'ESSERSI DEFINITIVAMENTE ALLARGATI ALLA FORMAZIONE A QUATTRO, HA PORTATO BENEFICI SU TUTTA LA LINEA, INCREMENTANDO LE POSSIBILIT'A DEL LORO SUONO, OGGI DAVVERO ACCATTIVANTE E RICCO DI MOLTEPLICI SFUMATURE. NELLA PREPARAZIONE, IL DISCO NON TEME CERTO IL CONFRONTO CON UNA FORMA CANZONE MUTEVOLE, ABILE NEL DRIBBLARE GLI STESSI DIKTAT RADIOFONICI. SARA' COSI POSSIBILE PERDERSI NELLE MAGLIE DI UNA LUNGA ED IPNOTICA TITLE TRACK E NELLE CHITARRE RIVERBERATE DEL SINGOLO HYPNOTIC REGRESSION, TRASCENDENDO L' IDEA STESSA DI INDIE-ROCK.

SUONI PIU’ NITIDI E PIU’ LONTANI DA ASCENDENZE C86 O SARAH RECORDS, COLORI PIU’ DECADENTI, VICINI A QUALCOSA DEGLI SMITHS DEL PRIMO ALBUM, O FORSE DEI JOSEF K SOTTO SEDATIVI. (ROLLING STONE FEBBRAIO, 3 STELLE)

I GIRLS NAMES RIENTRANO IN CAMPO IN UNA VESTE NUOVA, SALTANO PARECCHI AVVERSARI, IMPRESSIONANO CON ALCUNI PASSAGGI ASSOLUTAMENTE SUBLIMI MA NON ARRIVANO ANCORA AL GOAL DECISIVO. LA STRADA È QUELLA GIUSTA, DEVONO SOLO DIMOSTRARE DI POTER RAGGIUNGERE CERTI PICCHI CON UNA MAGGIORE CONTINUITÀ. CIÒ NONOSTANTE, THE NEW LIFE RIMANE COMUNQUE UN DISCO CHE SOTTO ALCUNI ASPETTI (ATMOSFERA, SCELTE STILISTICHE BEN DEFINITE) PUÒ TRANQUILLAMENTE AMBIRE ALLO STATUS DI CULTO. (SENTIRE ASCOLTARE GENNAIO, VOTO 7)

MEMPHIS INDUSTRI
5060146093804
MI0247CD
5060146093828
MI0247LP
CD/LP+DOWNL 10,50/12,00

DOPO UN DEBUTTO CHE AVEVA INTRODOTTO IL GENIO TRASVERSALE DI QUESTO GIOVANE QUINTETTO, ARRIVA UN SECONDO ALBUM ALTRETTANTO AVVINCENTE E CAPACE DI METTERE IN DISCUSSIONE LE STESSE FONDAMENTA DEL POP, TIRANDO DENTRO IN EGUAL MISURA CLASSICA ED ELETTRONICA. DA MANCHESTER UNA CONFERMA ABBAGLIA NTE, TRA I RITMI MOTORICI DEI NEU! IL GUSTO DEI JAPAN E LA PROFONDITA' DELL' OPERA DI IGOR STRAVINSKY

...LA SUA COLLOCAZIONE STILISTICA: PIÙ VICINI AGLI XTC CHE AI SPESSO CITATI TALK TALK, PIÙ INCLINI AL FASCINO DI KATE BUSH CHE ALLA RICERCA TIMBRICA DI LAURIE ANDERSON, I DUTCH UNCLES SONO IN VERITÀ LA REINCARNAZIONE PIÙ RIUSCITA DEI GLORIOSI MARTHA & THE MUFFINS. COME SI FA A NON PENSARE ALLA BAND CANADESE MENTRE IL FUNK DI “BELLIO” REGALA INTENSE SENSAZIONI O QUANDO IL RIFF DIABOLICO DI “FESTER” (LA LORO “ECHO BEACH” PER CAPIRSI) SI IMPOSSESSA DELLA NOSTRA MENTE COSTRINGENDOCI A CANTARLO ANCHE DURANTE LA PARTITA DELLA SQUADRA DEL CUORE? “OUT OF TOUCH IN THE WILD” È SOLO IL PRIMO PASSO VERSO UNA AUTONOMIA STILISTICA DA PROTAGONISTI E NON PIÙ COMPRIMARI, E SI TRATTA DEL MIGLIOR ALBUM COL QUALE INIZIARE IL 2013. (ONDA ROCK, VOTO 7.5)

C' E' LO ZAMPINO DEL PRODUTTORE DI ORIGINE GRECA ANDY DRAGAZIS DIETRO A QUESTO PROGETTO FELICEMENTE PATROCINATO DA MEMPHIS INDUSTRIES. IL DEBUTTO DI QUESTA FORMAZIONE ANGLO-GRECA SI ISPIRA DIRETTAMENTE AI PICCOLI CULTI GARAGE DELL' ISOLA ELLENICA, NON TRASCURANDO NEMMENO LE VISIONI PSICHEDELICHE DEGLI APHRODITE'S CHILD. LA FASCINAZIONE PER GLI SPERIMENTATORI INGLESI ARRIVA INVECE DA LONTANO, CON IL CULTO PER L' INGEGNERE DEL SUONO DI JOE MEEK. DRAGAZIS, CHE CON LO PSEUDONIMO BLUE STATES HA ANCHE INCISO PER XL, SA DAVVERO COME GESTIRE QUESTO POTENZIALE MELODICO, NON RISPARMIANDOCI INVENZIONI SONORE DI GRANDE PREGIO.

BOOGIE-GARAGE STRUMENTALE, JOE MEEK SOTTO ANFETAMINE, PSICHEDELIA SOMMESSA, CHE DEL DECENNIO ‘60-’70 RIEVOCA TUTTO IL PARA-IMMAGINARIO CHE PIÙ CI È RIMASTO ADDOSSO, ANCHE IN VIRTÙ DI UNA CERTA RETORICA VISUALE E CINEMATOGRAFICA. ADORABILE ROBACCIA, APPICCICOSA, A VOLTE MALINCONICA, BALORDA E TRASCINANTE. I FANTASMI DEL PASSATO (MUSICALE ELLENICO) SOGGHIGNANO BEFFARDI: THE PERSONS, THE FORMINX, APHRODITE’S CHILD; MENTRE ELEMENTI DI MUSICA POPOLARE TRADIZIONALE (FEAT OF FLAMES) SI INSINUANO TRA LE MAGLIE ECLETTICHE E CANGIANTI DI UN LAVORO MOLTO PIACEVOLE, MA CHE NON HA LA CAPACITÀ, NÉ PROBABILMENTE LA PRETESA, DI ANDARE OLTRE IL PURO DIVERTISSEMENT. (SENTIRE ASCOLTARE GENNAIO, VOTO 7)

DI PURA FINZIONE SI NUTRE IL PROGETTO SCANTHARIES , NATO DALLA FANTASIA DEL PRODUTTORE ANGLO-GRECO ANDY DRAGAZIS (EX BLUESTATES). DAL BEAT DEGLI ESORDI ALL’ELETTRONICA, SULLA FALSARIGA DI 666 DEGLI APHRODITE’S CHILD, PASSANDO UN CANONICO PERIODO FREAK BEAT ALLA SOCRATES DRUNK CONIUM E UN' IMPROBABILE INNAMORAMENTO PER IL KRAUT ROCK (ROCKERILLA GENNAIO)

UNA ESCALATION DI CONTAMINAZIONI (AD ESEMPIO REBETIKO E SURF A BRACCETTO, E SENZA TROPPE SORPRESE: LA MIRSILOU DI DICK DALE ERA, IN ORIGINE, UAN CANZONE FOLK GRECA DEL PRIMO NOVECENTO) , ALLE HIP MESSIAH E THE CROSS IN CHIUSURA LE QUALI, PER ATMOSFERE E IMMAGINARIO , NON AVREBBEROI SFIGURATO SUL MILLENARISTICO CANTO DEL CIGNO DEGLI APHRODITE’S CHILD, 666 (MUCCHIO DICEMBRE, VOTO 7)

LIMITATO A 2000 ESEMPLARI IN TUTTO IL MONDO, IL PRIMO VERO E PROPRIO DISCO SOLISTA DI PETER BUCK DEI R.E.M. E’ STATO REGISTRATO ALLA VECCHIA MANIERA: DA NASTRO MAGNETICO A DISCO. NON ESISTE OVVIAMENTE UNA VERSIONE IN CD OD UN DOWNLOAD DEGNO DI QUESTO NOME. UN DISCO IN CUI PETER CI REGALA DEI RIFF ABRASIVI IN STILE STOOGES, MA ANCHE MOMENTI PIU’ D’ATMOSFERA E QUALCHE RITORNELLO VAGAMENTE POP. TRA GLI OSPITI SEGNALIAMO IL LEADER DEI MINUS 5 SCOTT MCCAUGHEY, L’EX-DREAM SYNDICATE STEVE WYNN, CORIN TUCKER (SLEATER KINNEY) E JENNY CONLEE (DECEMBERIST).