Goatsnake, Hell Breaks Blues
‘Black Age Blues’ (Southern Lord) è un classico istantaneo, con ognuna delle sue nove trace ascrivibili alla sezione anthem, ed ognuno dei suoi quattro membri al top della forma. Ogni cosa è magnificente, la voce dell’ex Scream Pete Stahl non è mai apparsa così brillante, la sezione ritmica comprensiva del mitico batterista Greg Rogers (Poison 13, The Obsessed) e del bassista Renner è la forza trainante in ogni singolo episodio, mentre i riff del chitarrista e padrone di casa Greg Anderson sono pesanti come non mai. Nell’intro dell’album – la breve frazione che precede ‘Another River To Cross’ – la chitarra acustica è di un certo David Pajo (Slint, Aerial M, Papa M). Nella stessa traccia un campione dalla ‘The River’ del gruppo stesso. Il piano è suonato da Mathias Schneeberger e la figlia d’arte Petra Haden contribuisce con voce e violino. Un’altra brillante addizione al disco arriva dal contributo vocale delle Dem Preacher’s Daughters (Wendy Moten, Gale Mayes ed Andrea Merrit).
‘Black Age Blues’ ha un tono familiare ma nulla qui sembra essere una ripetizione di ciò che abbiamo ascoltato in precedenza, tanto che i Goatsnake continuano a ridefinire l’onorata tradizione heavy-rock con il loro imperturbabile stile, soddisfacendo i palati più esigenti. Il termine blues, oltre ad apparire nella title-track, si affaccia nella traccia di chiusura ‘A Killing Blues’. Una discendenza naturale, la musica del diavolo plasmata attraverso il piglio mefitico di questo stellare quartetto. Rivive nei Goatsnake tutta una tradizione doom – soprattutto americano – che ha ovviamente nei Saint Vitus i suoi antesignani, ma che trova oggi innumerevoli ponti e schiarite ‘esistenziali’.
http://www.youtube.com/watch?v=-89xJ7YCOa8