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KEVIN MORBY, ‘City Music’ – Il 16 giugno è in uscita ‘City Music, nuovo album per Dead Oceans di Kevin Morby

Il 16 giugno è in uscita ‘City Music, nuovo album per Dead Oceans di Kevin Morby.

 

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Prima bassista nei Woods, poi frontman dei The Babies e infine l’inizio della carriera solista,
che dopo soli tre album lo pone tra gli interpreti più ispirati e freschi della scena folk e indie contemporanea. L’ultimo ‘Singing Saw’ di Kevin Morby, uscito per Dead Oceans, è finito nelle chart di gradimento del 2016 dei principali magazine e siti di musica internazionali.

Il 16 giugno dopo un EP uscito da poco, ‘Beatiful Strangers’, sarà la volta del nuovo e attesissimo ‘City Music’, in arrivo sempre Dead Oceans.

. Guarda il video di ‘Aboard My Train’, primo singolo estratto da ‘City Music – 



. Guarda il lyrcs video di ‘Come to Me Now’, anteprima di ‘City Music’ –



‘City Music’ è il quarto album solista di Kevin Morby, seguito dell’ottimo ‘Singing Saw’
e dei primi due lavori solisti ‘Harlem River’ e ‘Still Life’, entrambi usciti per la label di culto Woodsist,
di proprietà di Jeremy Earl, ex compagno di band nei Woods.

Proprio con i Woods Kevin Morby ha affinato l’arte del suo personalissimo folk rock,
influenzato dai ripetuti ascolti di Lou Reed, Bob Dylan, Nina Simone e Simon Joyner
e da Patti Smith, vera e propria musa del nuovo ‘City Music’.

Kevin Morby presenterà dal vivo anche in Italia il suo nuovo album a novembre:

17 novembre 2017 RAVENNA, BRONSON
18 novembre 2017 ROMA, MONK – ROME PSHYC FEST
19 novembre 2017 MILANO, SERRAGLIO

Info live www.DNAConcerti.com

 

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KEVIN MORBY – ‘City Music’
dal 16 giugno per Dead Oceans
Tracklist:
01. Come To Me Now / 02. Crybaby / 03. 1234 / 04. Aboard My Train

05. Dry Your Eyes / 06. Flannery / 07. City Music / 08. Tin Can

09. Caught In My Eye / 10. Night Time / 11. Pearly Gates / 12. Downtown’s Lights

 

Kevin Morby info:

http://www.kevinmorby.com/

https://twitter.com/kevinmorby

https://www.instagram.com/kevinmorby/

https://www.facebook.com/kevinrobertmorby

Press-kit Kevin Morby: http://deadoceans.com/press/morbykevin/index.php

 

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A Place To Bury Strangers in tour: 24 marzo Carpi (MO), 25 Roma

Dopo il grande successo del tour dello scorso anno la prossima settimana tornano in Italia gli A Place to Bury Strangers, alfieri del noise più intransigente e tra le band di punta della scena indipendente americana.

La celebre sensation shoegaze newyorkese suonerà a Carpi (MO) e Roma:

. 24 marzo – Carpi (Modena), Mattatoio
. 25 marzo – Roma, Traffic Live

Info tour: www.EFlive.it

Prevendite: http://www.deadoceans.com/tour.php/#aplacetoburystrangers

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Gli A Place to Bury Strangers hanno pubblicato lo scorso anno ‘Transfixiation’, quarto full lenght della loro discografia e secondo lavoro per Dead Oceans.

In tour la band avrà con se il nuovo Ep ‘Kicking Out the Jams’, frutto di varie jam session registrate durante il tour di supporto a ‘Transfixiation’. L’Ep sarà venduto esclusivamente durante le date del tour e online dall’8 Aprile.
Preordini di ‘Kicking Out the Jams’ Ep – http://famousclass.com/product/a-place-to-bury-strangers-kicking-out-jams/

Gli A Place to Bury Strangers hanno partecipato alla realizzazione del documentario ‘Goodnight Brooklyn: The Story of Death by Audio’, dedicato al live club e cult brand di effetti per chitarre. Il docufilm sarà presentato al SXSW e ad Aprile al NYC Indipendent Film Festival.
Guarda il trailer: https://vimeo.com/154213390

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Ryley Walker in Italia per due concerti

Il cantautore americano Ryley Walker autore nell’anno in corso di un ottimo secondo disco (“Primrose Green”, Dead Oceans/Goodfellas) arriverà in Italia a Settembre per 2 concerti:

. 17/09/15 – Ravenna, Hana-Bi
. 18/09/15 – Roma, Blackmarket / UnpluggedInMonti

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A Roma Walker aprirà la stagione di Unplugged In Monti rassegna di concerti acustici e private-show che proprio a Settembre giungerà al suo quinto anno di programmazione.

http://www.youtube.com/watch?v=96qBM4LL2ps

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RP Boo, strictly business

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Non siamo di fronte ad una svolta epocale, ma quanto meno di fronte alla celebrazione di un piccolo mito locale, quello del produttore di Chicago RP Boo – all’anagrafe Kavain Space – antesignano della rivoluzione footwork, una delle più eccitanti realtà della musica ritmica contemporanea. Il suo ritorno su Planet Mu fa seguito ad un debutto strabiliante e ad una raccolta non meno sorprendente nel tracciare le linee guida di un suono corrugato, fatto di numerosi scatti ed avvincenti sovrapposizioni.
‘Fingers, Bank Pads & Shoe Prints’ è la più logica successione all’esordio lungo ‘Legacy’, frutto comunque di un lavoro capillare consolidatosi nel corso degli anni, come del resto dimostrato dall’Ep a sei tracce ‘ Classics’,  che prevedeva addirittura un estratto del 1997 a titolo ‘Baby Come On’. Quasi 20 anni di celere attività sotterranea, ma nulla di questo potevo prepararci all’esplosività del nuovo capitolo discografico, davvero un florilegio di suoni e dinamiche che sembrano portarsi dietro reminiscenze hip-hop e black in genere.  Non meravigliatevi dunque se all’appello immaginario saranno presenti i nomi di Jungle Brothers e Dj Assault. Kavain mette in campo non solo la sua esperienza dietro al banco di regia, ma anche sul dancefloor, ripercorrendo in maniera epocale la crescita come ballerino di stretta osservanza footwork. Dettaglio non trascurabile, se pensiamo a questa disciplina come a un estensione ‘di strada’ della musica, figlia a suo modo dell’elastica breakdance.
Kevin parla di battaglie in circolo, riportando il sano spirito di confronto che da sempre ha stimolato gli habituè del circuito. Quando il nostro abbandona i piatti utilizza la stessa energia per confrontarsi con il pubblico. E’ un impegno deciso e lui è piuttosto forte nell’incoraggiare gli altri, sollevandoli spesso dalle proprie incertezze.

 

 

 

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Destoyer new album, Poison Season

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Il 28 Agosto esce per Merge/Dead Oceans ‘Poison Season’, nuovo album dei Destroyer, progetto dell’artista canadese Dan Bejar. Dan torna dopo il grande successo di pubblico e critica legato a ‘Kaputt’, tra i dischi migliori degli ultimi 10 anni per Pitchfork, Mojo e El Pais. Con il precedente album ‘Kaputt’ i Destroyer avevano dato libero sfogo al loro amore per il pop sofisticato (sophisti-pop) dei primi anni ’70, mentre con il nuovo ‘Poison Season’ l’enciclopedismo musicale di Dan ci riporta allo street rock orchestrale dello Springsteen di ‘Born To Run’ e del Bowie di ‘Young Americans’. ‘Poison Season’ è il decimo full lenght a nome Destroyer per Dan Bajer, dopo le collaborazioni con The New Pornographers e Swan Lake e sicuramente uno dei dischi più attesi dell’anno nella scena indie dopo il grande successo seguito alla pubblicazione nel 2011 di ‘Kaputt’. Non dare una chance a Dan Bajer sarebbe un errore madornale, uno degli autori più influenti degli ultimi dieci anni, capace di citare e contestualizzare il meglio della musica degli ultimi 40 anni.

 

 

 

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Night Beds, Ivywild

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Night Beds, il progetto musicale del 26enne Winston Yellen, è in procinto di lanciare il suo secondo album, Ivywild, in uscita il 7 di agosto per Dead Oceans. Il seguito all’acclamato debutto del 2013, Country Sleep, Ivywild è una mesmerica collezione di brani dal retrogusto malinconico e dal piglio sottilmente R&B.  La gamma di ascolti del nostro ha del resto condizionato le sue scelte più recenti, andando a cristallizzare una serie di ascolti eclettici che in prima fila prevedono jazz e musica di orientamento groovy. Per un artista che senza colpo ferire cita Bill Evans e J Dilla esiste per l’appunto un filo rosso costituito da quelle che Yellen ama definire ‘tristi jam sexy’, ispirate non a caso da una lunga relazione amorosa recentemente estinta. Una genesi che va rintracciata nelle notti all’addiaccio di Nashville, dove Yellen ha saggiato per la prima volta il piatto della metamorfosi hip hop: Yeezus di Kanye West.

Un team di circa 25 musicisti ha preso parte alla creazione del disco, particolarmente azzeccati gli ingressi del fratello minore Abe Yellen, peraltro suo migliore amico. Ulteriori contributi vocali arrivano da Heather Hibbard, vocalist del Maine che compare in 8 delle 16 tracce del disco. Decisamente fuori dai canoni  il loro incontro: Yellen la scova su you tube in un video amatoriale, in cui eseguiva in maniera impeccabile proprio un brano dei Night Beds.

La voce rimane lo strumento principe per Yellen, uno stile che sa essere contemplativo e soulful nella stessa misura, rappresentando così il centro di gravità di un disco che viaggia su arrangiamenti liquidi e parsimoniosi, rivisitando movenze finemente jazzy ed elettroniche in un’ ottica polverosa, vintage. Un disco che nella sua sobrietà ha la capacità di condurci per mano verso orizzonti inesplorati, ridefinendo l’idea di una canzone d’autore che incontra l’avanguardia nel rispetto delle tradizioni canore. Una prova magistrale che alimenterà a dismisura la stima nel giovane uomo.

 

 

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Ryley Walker, il futuro è qui

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La copertina di ‘His Band And The Street Choir’ di Van Morrison deve aver condizionato non solo le scelte estetiche di Ryley Walker, un talento puro che all’età di 25 anni sembra aver sbaragliato ogni concorrenza in termini di maturità ed espressione del proprio io musicale. Il disco dello scorso anno – ‘All Kinds Of You’ edito dalla benemerita Tompkins Square – ha aperto la strada ai più nobili riconoscimenti della stampa specializzata, in attesa del definitivo allungo con ‘Primrose Green’, di imminente pubblicazione per Dead Oceans. Cresciuto sulle rive del vecchio fiume Rock nel nord dell’ Illinois, Ryley conoscerà un’adolescenza tranquilla prima di trasferirsi a Chicago nel 2007, per iscriversi al college. Qui inizia a frequentare con assiduità la locale scena dei club, confrontandosi con il lascito del post-rock e le più nerborute e decadenti manifestazioni noise (i gusti del nostro rimangono ad oggi profondamente disparati). Nel 2011, poco più che ventenne, il nostro si insinua adeguatamente nella tradizione del fingerpicking, osservando con parsimonia la dottrina dei vari John Fahey, Robbie Basho e Leo Kottke. Lo scenario sarebbe presto cambiato negli anni a venire, quando il gusto anglofono avrebbe preso il sopravvento, spostando l’asse degli interessi sulla perfida Albione, nello sposalizio naturale con lo stile conclamato di Bert Jansch e John Renbourn.

Per il nuovo album Ryley assolda un consistente numero di vecchi e nuovi talenti della windy city, andando a muoversi nei circuiti del jazz di ricerca e del rock sperimentale. L’apertura con la title-track ha del miracoloso, uno di quei brani che di diritto entrano nei dizionari rock di sempre, parafrasando le estatiche movenze del Tim Buckley altezza ‘Starsailor’. Con la successiva ‘Summer Dress’ gli arrangiamenti jazzy (l’uso del vibrafono è quintessenziale) sono ancor più determinanti, merito degli eccezionali comprimari coinvolti in questa pastorale avventura.  Anton Hatwich (contrabasso, Dave Rempis Quartet, Keefe Jackson ed una moltitudine di compagini avant) Frank Rosaly (batteria, Joshua Abrams Quartet, Scorch Trio, Jason Adasiewicz’s Rolldown)  Brian Sulpizio (chitarra, già nel precedente disco, un vero e proprio campione di gusto già frequentatore de circuiti rumoristi ed elettronici) e Ben Boye (tastiere, Bonnie Prince Billy, Angel Olsen) costituiscono più di un sostentamento per la penna dell’autore, capace di librarsi su di un tappeto sonoro ammaliante.

Per immergersi nello spirito dell’americana occorre voltare lato: ‘On The Banks Of The Old Kishwaukee’ è un’autentica testimonianza di vita, le fedeli memorie di Ryley che sulle sponde del fiume assisteva ai più classici battesimi nell’acqua. Più che a un’idea di redenzione il rimando è allo spoglio rituale, nelle acque limacciose del fiume con uno stuolo di partecipanti più che altro irritati. Per ascoltare il delizioso fingerpicking di ‘Sweet Satisfaction’ bisogna prima scomodare il John Martyn di ‘Solid Air’, pur considerando l’originalità del pianoforte di Ben Boye, qui particolarmente rivelatorio. Un’esperienza totale, tanto da candidare  ’Primrose Green’ ad una delle più miracolose pubblicazioni di quest’anno, proiettando il talento americano nella sfera dei grandi cantautori.

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