Un altro necessario capitolo va ad aggiungersi alla serie che – scandagliando nei meandri dell’underground regionale – ha riportato alla luce alcuni dei più sensibili momenti del post-punk e della new wave italica. Molti gruppi animarono la scena ligure, ognuno con le sue caratteristiche, come i divertenti Sixties, gli Alan Lads di Claudio Guidetti, i Metalbody dell’artista-pittore-dj Roberto Agus, il Centro Uh! di Angelo Pretolani, più orientati alle performance, i ruvidi Establishment di Adolfo Massazza, da Savona l’elegante Lisfrank al secolo Fulvio Guidarelli, i devastanti F.A.R. di Mauro Guazzotti (che poi ebbe un discreto successo con la sigla MGZ) col loro rumorismo elettronico e, dall’estremo ponente imperiese, la geometrica elettronica dei V.U.D. e l’elettropop dei Take for Run.
In tanta eterogeneità il denominatore comune era l’impellente desiderio di esprimersi e la convinzione di poterlo fare senza tener conto delle regole valide sino a poco tempo prima. Infatti l’arrivo del punk aveva influito non poco sul radicale cambiamento di mentalità di tutti i protagonisti di questo sorprendente volume. Buona ricerca.