The End ‘Tears In My Eyes (1983-1985)’
Un nome semplice e magari non molto originale, The End, ma centratissimo per una band che, nell’Italia “provinciale” della prima metà degli anni ’80, focalizzava la sua vena espressiva “sull’uomo e sulla crisi esistenziale che inevitabilmente lo investe”, componendo testi in inglese e canzoni ispirate al post-punk sempre d’Oltremanica. Post-punk e non “gothic” (o, come si usava dire da noi, “dark”), perché i ragazzi – meno di vent’anni l’età media al tempo dell’aggregazione, nel giugno del 1983 – amavano vestirsi di nero e senz’altro imbastivano trame cupe, taglienti e ricche di inquietudine, ma frequentavano poco il tipico immaginario mortifero (diciamo così) del genere; più Joy Division che non Bauhaus, insomma, più Factory che non 4AD, Hacienda e non Batcave. La parabola della formazione marchigiana è dunque interamente rappresentata dai settanta minuti abbondanti di questo CD, per il quale non è esagerato parlare di riesumazione.Eccetto gli episodi di “In albis”, quanto contenutovi non era mai uscito dalle case dei Nostri giovani eroi; sono assolutamente certo che, dopo l’ascolto, nessun cultore del post-punk nazionale (e non) riterrà che sarebbe stato meglio se fosse rimasto là dove, per forza di cose, era finito sepolto.